CIPS Risk Index, Q2 2017
martedì 10 ottobre 2017L'indice di rischio (CRI) studiato da Dun & Bradstreet e il Chartered Institute of Procurement and Supply (CIPS) presenta segnali positivi a livello globale con una crescita economica moderata che sta lentamente prendendo piede in diverse aree. Inoltre, una maggiore stabilità politica in Europa diminuisce il rischio commerciale ma sono ancora presenti ostacoli da superare sia nel breve termine che in futuro.
Le minacce maggiori per la crescita del commercio internazionale derivano da diversi fattori: l'incertezza sugli accordi commerciali in atto, eventuali cyber attacchi che possono avvenire con più facilità in un sistema sempre più digitalizzato, le negoziazioni relative a Brexit, il prezzo del petrolio e le prossime elezioni in Europa.
Facendo un breve riepilogo della situazione nelle varie aree possiamo vedere che in Nord America il rischio della filiera è rimasto tale anche nel Q2 2017, situazione positiva invece per quanto riguarda l'Europa Occidentale e Centrale dove sono migliorati i rating di rischio per 5 paesi. In Europa dell'Est e Asia Centrale pesa negativamente il raffreddamento dei rapporti tra USA e Russia e il prezzo basso del petrolio; per India e Cina il CRI è rimasto costante rispetto al periodo precedente a dispetto della contrazione monetaria avvenuta in India e i risultati ancora non visibili nella battaglia all'inquinamento da parte della Cina.
In Medio Oriente e in Nord Africa la situazione è ancora molto delicata a causa degli alti livelli di instabilità in Iraq, Syria e Yemen oltre alla battaglia diplomatica tra Qataar e Arabia Saudita. In questo contesto anche il prezzo del petrolio ai minimi contribuisce all'aumento del rischio.
In America del Sud abbiamo assistito ad un lieve miglioramento nel rischio di filiera mentre nell'Africa subsahariana la situazione è rimasta invariata.
Sarà necessario attendere i prossimi avvenimenti significativi sul piano politico-economico globale per capire se il CRI continuerà a diminuire o, al contrario, si alzeranno le barriere per il commercio internazionale aumentando il supply chain risk.
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